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by Dario Bragaglia
April 4th, 2025

Assieme al suo compagno Pierre Bergé, il grande stilista Yves Saint Laurent amava circondarsi, ovunque si trovasse, di fiori e piante incantevoli. Lo faceva, crayon alla mano, quando era intento a disegnare nel suo elegante atelier parigino (al 5 avenue Marceau, non lontano dagli Champs Élysées, oggi trasformato in museo dedicato all’attività dello stilista) o si rilassava nel lussureggiante ‘jardin Majorelle‘ della sua incantevole villa a Marrakech, in Marocco, (il museo gemello della fondazione parigina).
Sedotto dalle più diverse tonalità del verde e dalle inummerevoli forme e colori dei fiori, YSL, (il suo acronimo presto trasformato in un brand cosmopolita), in veste di contemplatore ed esteta, trovava nel mondo della natura, non solo rifugio ma anche un’inesauribile fonte di ispirazione che sapeva abilmente trasformare in stilemi floreali per dar vita ad abiti-da-sogno durante tutto il corso della sua lunga e sofferta carriera.

E proprio a quest’ardente passione per il mondo floreale, il Musée Yves Saint Laurent al 5 di avenue Marceau nel 16° arrondissement di Parigi, zona super-chic, dedica la mostra Les fleurs d’Yves Saint Laurent aperta fino al 4 maggio 2025 (in collaborazione con l’omonimo museo di Marrakech, ed è la prima volta che le due istituzioni si associano per una programmazione comune attorno a un tema fondamentale nell’opera del grande couturier).

Una passione per i fiori, questa, che nasce già dall’infanzia e trova ispirazione nei quadri dei pittori più amati, come nelle pagine degli scrittori più ammirati, in particolare Marcel Proust. “A partire dall’età di 15 anni io non ho mai smesso di rileggere quell’opera ineguagliabile che è ‘Alla ricerca del tempo perduto‘ ”, dichiarerà più tardi nel corso della sua vita. Il mondo descritto dallo scrittore francese traspare, infatti, nel modo di allestire gli ambienti di lavoro e nell’organizzazione delle sfilate. Le pagine in cui Proust descrive le donne comparandole a dei fiori, echeggiano negli abiti-scultura di YSL che ricoprono di motivi floreali le sue modelle.


Visitando l’esposizione parigina, si scoprono alcuni dei modelli iconici di YSL e l’abilità artigianale a cui lo stilista fa ricorso per dar vita alle sue creazioni floreali. Come i ricami applicati sui modelli della collezione primavera-estate del 1962 fino alla virtuosità delle soluzioni tessili adottate per la collezione primavera-estate del 2001, che fa esplicito riferimento alle opere del pittore Pierre Bonnard. I visitatori hanno poi modo di ammirare i fiori in gazar di seta – sembra di avere di fronte dei fiori veri – del vestito da sposa indossato dalla sua musa Laetizia Casta nel 1999. Il rapporto con l’arte contemporanea è sottolineato nell’esposizione dalla presenza di alcuni quadri dell’artista americano Sam Falls che dialogano con i modelli dello stilista francese: i fiori trascendono il tempo e diventano espressione di una bellezza eterna.

L’amore di YSL per i fiori si inserisce in un filone di interesse che la haute couture ha riservato al tema fin dalla sua nascita alla fine del XIX secolo. “Il grande stilista Charles Frederick Worth li ama di grande formato – scrivono i curatori della mostra parigina, Olivier Saillard e Gaël Mamine – e ne fa il proprio segno distintivo. È poi la Belle Epoque con il trionfo dell’Art Nouveau che consacra le decorazioni floreali come elemento chiave della moda del momento. Jacques Doucet fa dell’ortensia il suo motivo preferito. Dopo il 1914, Paul Poiret inventa una rosa stilizzata che è debitrice delle correnti artistiche allora in voga. Negli anni Trenta e Quaranta i vestiti da giorno sono spesso un trionfo di motivi campestri. Christian Dior è lo stilista che più decisamente pone l’accento su una donna idealizzata attraverso le volute e le note sinuose di un fiore. Non a caso una linea della sua collezione New Look del 1947 viene battezzata “Corolle” (Corolla). E sappiamo, come lui stesso ha ammesso, quanto YSL sia debitore a Christian Dior nel cui atelier iniziò la sua carriera, salvo poi venirne licenziato dopo la morte del patron. Ma fu proprio quell’estromissione a consentire al giovane stilista, che nel 1962 aveva solo ventisei anni, di aprire la propria maison e di rivoluzionare il mondo della moda, soprattutto nei decenni dai Sessanta agli Ottanta. Senza mai dimenticare il suo amore per i fiori e trasformando i salons-haute-couture in veri e propri giardini immaginari.

Una volta visitata la mostra, non dimenticate di salire all’ultimo piano dove è stata conservata una parte dell’atelier in cui lo stilista amava lavorare. La libreria con i testi professionali alle spalle del lungo tavolo, gli scampoli di stoffa, i bozzetti (un modo per apprezzare la sua bravura di disegnatore), le fotografie delle celebrità che indossando il marchio YSL hanno determinato la fama della maison parigina: l’immagine di uno spazio creativo così importante nella storia della moda che sembra essere rimasto immutato nel tempo.
Les fleurs, d’Yves Saint Laurent: une collaboration inédite entre le Musée Yves Saint Laurent Marrakech et le Musée Yves Saint Laurent Paris
5, avenue Marceau, Paris www.museeyslparis.com
Catalogo dell’esposizione