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LA MOLE ANTONELLIANA? UN VERO BIJOUX!

Una creazione di Simone Vera Bath, Jewellery Ring Smalltown-TURIN (argento e bronzo).

by Albert Valloni

 C’è un ritorno, come negarlo, alla creatività nel gioiello contemporaneo, a tiratura limitata,  in cui  materiali preziosi come oro, diamanti e bronzo, convivono con elementi più umili quali il legno o addirittura disprezzati, come la plastica o l’alluminio, accomunati, pur sempre, da lavorazioni complesse, frutto di un lungo lavoro di ricerca e di un sofisticato design.

 

Si è appena conclusa a Milano la mostra Scatenata, (150 gioielli ispirati al motivo della catena) al Palazzo delle Stelline, a cura di Alba Cappellieri, responsabile del museo del gioiello nella basilica palladiana a Vicenza, che già s’inaugura a Torino una personale dedicata alla collezione di monili firmata da Simone Vera Bath, jewel designer di spicco, conosciuta come la “Signora degli Anelli”, per la sua incantevole ossessione.

Ring TOWER, la Torre degli Anelli, montato in argento o bronzo con differenti tipi di Topazi.
 

 

 

 

 

 

 

La mostra che da venerdì 9 marzo si trasferirà nei nuovi locali di Internocortile, osservatorio privilegiato sulle tendenze dell’arte orafa, è a cura di Silvia Tardy,  personaggio a cui si deve Taj, Torino Art Jewellry, il primo salone dedicato al meglio della produzione dei jewel designer contemporanei,  presentato a partire dal prossimo autunno nella cornice prestigiosa dell’Archivio di Stato.

 

 

La incontriamo nel capoluogo subalpino da All Around Factory nel corso del vernissage di giovedì 9 marzo, in cui è presente anche l’artista, Simona Vera Bath,  facendoci largo tra un nugolo di invitati che si aggirano cocktail alla mano, intenti in  vivaci conversazioni.

Simone Vera Bath,’La Signora degli Anelli’ è di origine berlinese, apprezzata anche all’estero per i suoi lavori in equilibrio tra presente e passato.

 

Come spiegare il ritorno di fiamma al gioiello di design?”

Perché”, spiega con tono vivace Tardy, “questo periodo che stiamo vivendo, l’inizio del XXI secolo, è caratterizzato da ansie e inquietudini come la paura del terrorismo, l’insicurezza provocata da migranti che arrivano da Paesi tormentati, ma anche dalla crisi globale dell’economia insieme a quella politica e quant’altro. Come ricordava già lo storico  Toni Greenbaum, anche negli anni Quaranta, le paure e le insicurezze provocate dal conflitto della Seconda Guerra Mondiale, unite al trauma dell’Olocausto, al timore della bomba atomica, ma anche a un’ industrializzazione selvaggia e un commercio indiscriminato, furono fautori della nascita di un movimento di giovani orafi creativi. Si cercava allora come oggi di placare le proprie ansie mettendosi alla ricerca dell’ oggetto originale, che racchiudesse doti di fantasia ma anche di stile e di ricercatezza, -non a caso i primi appassionati erano proprio artisti e intellettuali- in contrapposizione ai  cliché del gioiello prodotto in serie, magari bello ma senz’anima”.

 

 

 

Ambience

Da qui la scelta di puntare su giovani autori?

 

Esattamente. Il mio spazio vuole essere uno show-room aperto alle nuove generazioni di  jewel designer e più in generale ai talenti che esprimono le loro energie creative attraverso l’arte applicata. E sono soddisfatta di aver portato per la prima volta  a Torino i lavori di Simone Vera Bath, un’artista conosciuta non solo in Italia ma anche all’estero  per i suoi monili capaci di comunicare valori ed emozioni.

Del resto lei è originaria di Berlino una città tormentata, rimasta a lungo divisa da un muro, (abbattuto il 9 novembre 1989, ndr),  le cui divisioni e contrasti della storia si riflettono, ora,  nei suoi gioielli che emanano imperfezione, trasformazione e contrasti, sempre in equilibrio tra presente e passato.

 

Collezione di anelli della serie Ambience

Come si collocano le sue creazioni agli occhi della critica?

 

Se parliamo di critica, allora il riferimento va alla studiosa Monica Gaspar che ha esplorato il filone negli ultimo quarant’anni. Non lo definirei dunque un lavoro d’avanguardia, le sue non sono creazioni rivoluzionarie al punto da contraddistinguersi da un filone più generico;  forse è più corretto definirle moderniste, legate al concetto dello Zeitgeist, lo spirito del tempo che stiamo attraversando, ma il suo lavoro rientra anche nella categoria dello ‘studio-jewelry’ in cui è preponderante lo studio sulla lavorazione dei materiali”.

 

Se dovesse scegliere un monile dell’intera collezione?”

“Sono di parte, essendo torinese sceglierei l’anello Jewellery Ring Small Town, con la Mole Antonelliana come sigillo. Un simbolo forte, anche di potere…della seduzione ovviamente”.

Pendente Earth realizzato in bronzo
Pendente Zodiac in argento placcato oro

 

 

 

 

 

 

 

Guarda il video:  

https://www.facebook.com/internocortile/videos/733093603516867/

 

 

Per ulteriori info:

Silvia Tardy

Internocortile, via Fratelli Calandra 7D, 10123 Torino

silvia.tardy@gmail.com;

www.internocortile.it