Stile
by Albert Valloni
July 06, 2018
Che ne sarà del buon nome di Burberry, si chiederanno i più titubanti, ora che il tempio sacro della moda anglosassone è stato ‘profanato’ dall’invito esteso da Riccardo Tisci, giovane direttore creativo della griffe (che da marzo ha preso il posto di Christopher Bailey) a un personaggio come Vivienne Westwood, ovvero la più irriverente regina della moda inglese, nota per i suoi trascorsi nell’ambiente sordido del mondo punk? Le anime più sensibili avranno di che storcere il naso ma la celebre stilista è stata invitata proprio in virtù del suo spirito ribelle e antisistema così ben consolidato ( è del 1941) a metter mano a una ‘limited edition‘, in vendita a partire da dicembre, il cui fine resta pur sempre quello di celebrare l’essenza dello stile e della tradizione britannica, magari con un tocco di sfacciataggine in più, il che non guasta di questi tempi in cui lo Streetwear avanza a grandi passi.
E chi più di Vivienne Westwood è in grado di farlo?
In molti ricorderanno il suo trascorso, non proprio dei più candidi, quando, negli anni ’70, la giovane stilista, all’epoca ancora maestra alle elementari, realizzava i vestiti di scena per i Sex Pistols, insieme al loro manager Malcom McLaren (un vero genio musicale, diventato poi suo marito); quella band era destinata ad entrare negli annali della storia della musica commerciale come la più sconcia dell’epoca, (forse anche la più alternativa) un emblema di ribellione per tutta una generazione che si riconosceva nel più sordido dei movimenti musicali di tutti i tempi, quello punk, appunto, in cui le più comuni regole della musica e dei codici vestimentari venivano sovvertiti. Trasformatosi presto in un business tanto che i due, Vivienne & Malcom, aprirono presto al 430 di King’s Road, una via centrale di Londra, una bottega di abiti a uso e consumo del popolo punk conosciuta sotto il nome di Sex. Quel movimento legato a una sottocultura giovanile, voleva essere uno schiaffo al perbenismo anglosassone. Vi ricordate le spille di sicurezza infilate nelle guance o sotto il mento, sfoggiate con la stessa baldanza con cui oggi si mostrano i tatuaggi?
Vivienne Westwwod (in una recente intervista rilasciata alla rivista Dazed and Confused), non si pente del suo passato, anzi, rincara la dose. “Volevo infilare un raggio nel sistema. Mi sento Punk ancora adesso perché sono una combattente. E’ più forte di me”.
Eppure chi si sofferma soltanto sul suo linguaggio vernacolare corre il rischio di dare un giudizio affrettato. Come ha avuto modo di affermare lo stesso Tisci: “Vivienne Westwood è stata per me la più forte fonte d’inspirazione, il personaggio che più di ogni altro mi ha convinto a entrare nel mondo della moda, facendo di me uno stilista; e quando ho iniziato a lavorare per Burberry sapevo che avrei colto l’occasione per collaborare con lei. E’ una donna ribelle, una punk, ed è ineguagliata nella sua rappresentazione dello stile britannico che ha ispirato molti di noi. Sono molto orgoglioso di quello che potremo creare insieme “.
Un orgoglio che ha del fondamento. Vivienne Westwood non a caso è stata insignita dalla Regina Elisabetta, nel 1992, della prestigiosa onoreficinza OBE ( The Most Excellent Order of the British Empire), ovvero Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico. Un titolo che si è meritata sul campo. Mentre non tutti sanno che nel 2008 l’Heriot Watt University nel 2008 le ha conferito il dottorato delle Lettere per l’impulso dato all’industria del tessile scozzese. Lei infatti è una grande fan del tartan, il tessuto più amato dai clan locali.
La collaborazione con Burberry ha anche un risvolto sociale: una parte del ricavato andrà alla salvaguardia delle foreste, attività sostenuta dall’organizzazione: www.coolearth.org.