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Matterhorn Cervino Speed Opening 2023: ai Mondiali di Coppa del Mondo, oltrepassata la frontiera dello sci!

Le stazioni di Zermatt e di Cervinia protagoniste della prima discesa transfrontaliera, tra Svizzera e Italia, nella storia della Coppa del mondo.

NG A Tutto Sci

 

by Sauro Scagliarini

November 10, 2023

Condizioni meteo permettendo, in occasione della Matterhorn Cervino Speed Opening, alla sua prima edizione  nel calendario dei  Mondiali di Coppa del Mondo, gli atleti affronteranno La Gran Becca,  una gara transfrontaliera che unisce il versante svizzero a quello italiano (un’anteprima nella storia dello sci mondiale). L’apertura è fissata per questo week-end: il 10 e 11 novembre. Ma  mentre  ne stiamo ancora scrivendo, gli atleti sono ancora  costretti in albergo da un meteo proibitivo e stanno pensando se arriverà mai il fatidico momento del via….cosa ancor più spiacevole perché in occasione dell’unica prova, quella di mercoledì scorso, c’era il sole, e tutto sembrava scorrere per il meglio). “Ma è normale che sia così.” per dirla con le parole di Markus Waldner, (chief race director delle gare maschili, ndr)  rilasciate ai microfoni di Francesca Marsaglia in casa Eurosport. Essendo la partenza fissata a 3720 metri di quota, quelli della Gobba di Rollin  con arrivo, per la cronaca, poco sopra ai 2800 di Cime Bianche Laghi  a coprire mille metri di dislivello con uno sviluppo complessivo di quattro chilometri.

La pista della Gran Becca, gran protagonista dei Mondiali di Coppa del Mondo. Nel dialetto patois della Val Tournanche vuol dire appunto Cervino. Il percorso parte dai 3720 metri di altitudine a Gobba di Rollin, nel territorio svizzero, per giungere in Italia a Cime Bianche Laghi a 2850 metri. Circa quattro chilometri di percorso di cui due terzi sul ghiacciaio del Teodulo.

Naturale che ci sia qualche preoccupazione fra gli organizzatori dello Speed Opening, come quella del suo vicepresidente Giulio Grosjacques, o Federico Maquignaz, presidente della Cervino Spa, al punto che si è pensato di abbassare il livello di partenza a 3500 metri considerato ora come start di riserva. E le condizioni del secondo giorno di gara, ovvero domenica, non sono certo incoraggianti, anzi pare siano peggiori di quelle prospettate per sabato…il che vuol dire per gli sciatori visibilità ridotta praticamente a zero dovuta a banchi di nebbia portati dal maltempo. E dire che di neve ne è caduta, e c’è chi dice, con un sorriso amaro, fin troppa…

La pista è stata progettata dal campione svizzero Dider Defago in veste di designer: è immersa in uno straordinario panorama, dominato dalla vista del Cervino, circondato da una chiostra di 38 montagne sopra i 4000 metri; una discesa completa di salti, lunghe curve, passaggi più dolci ed elementi di velocità.

Per un tale evento proprio non ci voleva che il tempo si mettesse contro. Visto anche l’ampio spazio che hanno dato i giornali generando un vero e proprio ‘buzz’ (questo accade quando le news si susseguono a tambur battente): ne hanno dato ampio risalto e con largo anticipo, anche più di un anno,  tutti i principali quotidiani nazionali, da La Stampa a Repubblica al Corriere della Sera, oltre, ovviamente, alle testate più tecniche come Neveitalia con aggiornamenti quotidiani, piuttosto ansiosi, che ora sono sempre più simili a dei bollettini di guerra ” Cancellata anche la terza prova di discesa maschile, lo speed opening resta un’incognita“.

Le condizioni meteo a Breuil-Cervinia si annunciano proibitive mettendo a rischio l’avvio delle gare di Coppa del Mondo. A 3720 metri di quota c’è da aspettarselo, soprattutto in questa stagione.

E dire che questa volta i fuoriclasse dello sci  ci sono tutti e stanno dando ottime prestazioni come quelle dell’austriaco  Otmar Striedinger che si è piazzato davanti a tutti nell’unica prova dell’8 novembre, (nonostante il salto di una porta) superando Benjamin Alliod, classe 2000, valdostano (anche lui con un infelice salto di  porta), che resta l’asso nella manica del circo bianco avendo superato di 5 centesimi un fuoriclasse come  lo svizzero Niels Hintermann. E che dire del connazionale  Florian Schieder?  Si scommette su di lui dopo la grande performance che lo ha portato a un distacco di appena 85 centesimi dall’austriaco leader e con un finale di alto profilo, con tanto di salti mozzafiato come quelli del Furggen e quello conclusivo che spinge dritti al traguardo. Mentre di  Mattia Casse, nono a un soffio dal cileno Henrik Von Appen, “si ha la sensazione  che non abbia spinto al massimo dopo un ottimo avvio”. Il che succede anche a grandi campioni, come il norvegese Aleksander Aamodt Kilde che ha chiuso in relax la sua prova, dopo un ottimo sprint. (Tutte informazioni che giungono dalle news  di Nevitalia a cui siamo molto grati).

Il motivo di tanta trepidante attesa, ovviamente, sta nell’impegno profuso. Certo, quello dei campioni impegnati sulla pista della Gran Becca, chiamati anche uomini-jet  per via delle elevate velocità che raggiungono in discesa, (sfioreranno per l’occasione i 135 km all’ora),  protagonisti di un capitolo che resterà iscritto per sempre negli annali dello sci. Ma anche quello dei tecnici. Come Didier Defago, il campione svizzero che ha saputo escogitare e progettatare un tracciato a dir poco meraviglioso: “Che si concede a uno straordinario panorama, alla natura selvaggia e ovviamente alla vista del Cervino, circondato da una chiostra di 38 montagne sopra i 4000 metri; una discesa completa di salti, lunghe curve, passaggi più dolci ed elementi di velocità,  caratteristiche che metteranno a dura prova gli sciatori.”  Mentre gli ecologisti (benché sempre sul piede di guerra) possono avere il cuore in pace perché il  95% del tracciato ricalca piste già esistenti ed aperte normalmente al pubblico e non sono state fatte opere particolari per realizzare questo tracciato di gara che per due terzi corre su ghiacciaio. Nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno, si sarebbe ricorsi all’innevamento programmato sfruttando esclusivamente l’acqua da disgelo, soprattutto nella parte finale. Ma i depositi di neve e le abbondante nevicate di questi giorni sono state più che sufficienti ad assicurare una pista che si presenta in condizioni ottimali. In più gli ampi spazi a disposizione fanno sì che non si è dovuto installare nessun palo fisso per le protezioni e ovviamente, data la quota, non è stato necessario abbattere nessun albero.

Visioni cristalline: l’interno di una delle due cabine Crystal Ride con il pavimento in cristallo per immergersi completamente nell’incredibile paesaggio alpino circostante dominato dal monte Cervino con una chiostra di 38 montagne oltre i 4000 metri.

Un evento sportivo di grande prestigio internazionale, dunque, che giunge a coronamento di un’altra grande prodezza tecnologica, a sottolineare ulteriormente lo stretto legame tra Italia e Svizzera,  destinate a diventare trampolino di un  turismo sempre più cosmopolita: la recente inaugurazione della nuova funivia trifune 3S Matterhorn Glacier Ride II la più alta d’Europa,  che collega la Testa Grigia del Plateau Rosà sul versante italiano al Piccolo Cervino su quello svizzero. E che consente di ammirare dall’alto (sospesi a 3800 metri di altezza) e da diverse angolazioni il Cervino grazie a dieci cabine ultrapanoramiche firmate Pininfarina , comprese due con il pavimento in vetro (chiamate Crystal Ride), che arrivano ad affrontare uino strapiombo di 1,6 km. Con la vista che spazia sulle imperdibili distese  dei ghiacci perenni, sulle vette innevate circostanti sino a spingersi alle  bellezze degli angoli più nascosti.

Matterhorn Glacier Ride II: dieci cabine ultrapanoramiche firmate Pininfarina che collegano Zermatt a Breuil Cervinia a 3800 metri di altezza con uno strapiombo di 1,6 km.

Un’impresa che di fatto cancella il concetto di stagione estiva e invernale e cambia anche il modo di ragionare di una intera comunità. Garantendo una stagione precoce per gli sciatori, che già dal 14 ottobre avranno accesso agli impianti di risalita in funzione fino all’8 settembre 2024, un unicum in Italia e in Europa.

Detto questo, a rendere straordinario l’evento del Matterhorn Speed Opening e dell’inedito percorso del Matterhorn Glacier Ride II, che tutto il mondo ci invidia, (“Un’impresa di cui si parlerà ancora tra cent’anni”, come ha affermato durante la conferenza stampa di presentazione, Franz Julien, presidente di Zermatt Bergbahnen, la società che gestisce gli impianti del comprensorio svizzero), è la portata simbolica dei due eventi che supera il carattere della notizia di cronaca benché sportiva o turistica. Perché segna l’avvento dell’Homo Ludus, dove appunto l’uomo è chiamato a grandi sfide, a misurarsi con la natura, sino a piegarla al suo volere: che sia in pista, dove a vincere è il migliore, o nell’affrontare prodezze tecnologiche talmente ardte da essere finora soltanto concepite ( è dal 1929 che si parla di un collegamento tra Zermatt e Cervinia) ma mai, fino a questo momento, realizzate. Spinti dal piacere di vivere al meglio un paesaggio naturale fatto anche di grandi sfide.

 

 

Guarda il video:

 

Per maggiori Info: www.cervinia.it

 

Credits foto copertina: © Fotografia – Pentaphoto – Dominik Paris