Bruno Boveri, laurea in filosofia, grande conoscitore di vini, fondatore della prima web radio tematica, La Voce del Vino.
Intendiamoci, lo champagne resta un Must legato alle grandi feste e ai grandi eventi, ma oggi, complice la riscoperta di una certa tradizione, di una sobrietà ritrovata nello stile – ancor più in Piemonte dove il ‘low-profile’ ha da sempre contraddistinto le grandi famiglie di industriali – insieme alla spasmodica ricerca di originalità, il vero Signore, allo scoccare della mezzanotte in punto, al passaggio del nuovo anno, farà spallucce ai grandi domaine vitivinicoli francesi e brinderà, invece, ‘local’, senza per questo rinunciare al ‘sottile perlage’, ovvero alla fitta trama di bollicine finissime che risalgono a perpendicolo dal calice.
La scelta, in questo caso, ricadrà su etichette di spumanti rigorosamente italiani provenienti da vitigni autoctoni, conosciuti e apprezzati per la loro varietà e diversità organolettica, dal singolare bouquet di aromi e profumi superiore a quello del solito blend ottenuto da uve pinot noir, pinot meunier e chardonnay. La mia ricerca porta a scoprire e valorizzare quei vini ottenuti col metodo tradizionale, chiamato anche classico o ‘methode champenoise’ come si usava dire un tempo prima che i francesi avessero da obiettare, o, per dirla con Paolo Conte, si fossero ‘incazzati’… e mettessero un veto al termine.
Premessa indispensabile per arrivare a festeggiare il San Silvestro con un brindisi d’autore, volendo lungo tutta la durata del cenone, all’insegna delle bollicine piemontesi, se si esclude un’incursione lampo in Valle d’Aosta. Vini di razza ottenuti da vitigni autoctoni, dunque, utilizzando grappoli di una sola uva, o come si usa dire oggi, vinificati in purezza.
Ma da dove cominciare? Dall’Erbaluce di Caluso Metodo Classico Brut “Rigore” della Cantina Santa Clelia di Mazzè di Gabriella e Sergio Dezzuto, nel Canavese. Vitigno erbaluce, di grande prestigio, anche in versione ferma e passita. Rigore sta quarantotto mesi sui lieviti ed è un vino intenso, profumato (dalle note erbacee e deliziosamente agrumate) e dalla bocca ampia e complessa, strutturata e lunga, ma al tempo stesso nervosa per una bella persistente ed elegante vena di acidità.Caratteristiche che invitano persino a eccedere nel numero dei bridisi….
Senza trascurare la Tenuta Ca’ Du Russ di Sergio Marchisio a Castellinaldo, nel Roero, venticinque anni di attività trascorsi ostinatamente nel segno del biodinamico. Qui il vitigno spumantizzato è l’arneis che ci dà il “Faiv Brut” (Marchisio, per la cronaca, fa anche un “Faiv Rosè” a base nebbiolo). Che trascorre placido la bellezza di nove anni sui lieviti… nove anni, avete letto bene, ed è questa una splendida follia, perché vale davvero la pena di aspettarlo così a lungo. Il “Faiv Brut” ha una struttura imponente ma note olfattive ancora delicatamente floreali affiancate da agrumi canditi e da un lieve sentore speziato, che lasciano una bocca sontuosa con un gusto piacevole e persistente.
Per spingersi a Neviglie, in provincia di Cuneo, alla Cascina Baricchi di Natale Simonetta, che, va detto, ha fatto sua l’arte delle bollicine tanto da realizzare quattro versioni di spumanti, una superiore all’altra, ma noi per l’assunto iniziale tralasciamo quelle derivate da uvaggi più o meno classici (si fa per dire… compaiono anche lo sirah e il riesling) per proporvi il fantastico “Visage de Canaille” (che potremmo tradurre con l’appellativo simpatico Faccia da schiaffi..) risultato di una cuvée di nebbioli di diverse annate. E il bello è che si sente che è un nebbiolo, per la struttura e, se mi consentite il termine per nulla tecnico, il “gusto”. Profumi più fruttati che floreali (ma che comunque non mancano) e che lasciano una bocca morbida e complessa, sontuosamente lunga.
Raggiungiamo ora il tortonese e più precisamente Pozzol Groppo, in provincia di Alessandria, dove troviamo la Cascina I Carpini di Paolo Ghislandi. E qui il vitigno è il timorasso, uscito da una ventina d’anni dall’oblio per affermarsi come uno dei migliori bianchi italiani. Paolo è uno dei pochissimi a farne una versione con il metodo tradizionale (anche se sarebbe più corretto dire metodo Ghislandi, perché Paolo lascia sempre la sua impronta originale). Si chiama “Chiaror sul masso” e conserva tutte le caratteristiche di sapidità e mineralità del timorasso, con una bocca piacevole ma pure austera, complessa e godibile.
E adesso sconfiniamo in Valle d’Aosta e ci spingiamo fino a Morgex, dove troviamo la Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, bellissima cantina con vigneti nelle zone limitrofe trai 900 e i 1.200 metri sul livello del mare. E qui il vitigno è il prié blanc che ci dà il Vallée d’Aoste Blanc de Morgex Metodo Classico Brut Blanc de Blancs (c’è anche una versione Extra Brut Glacier) bello secco e sapido, con note agrumate molto intense, bocca piacevolmente articolata e, soprattutto, fine ed elegante. A voi dunque non resta che l’imbarazzo della scelta! Bruno Boveri bruno.boveri@neveglam.com Ecco i riferimenti per il vostro wine-shopping delle feste di fine d’anno!
Az. Agr. Santa Clelia Via Regione Rossana, 7 10035 Mazzè (TO) Tel. 011 9835187 – 328 8611581 www.santaclelia.it – info@santaclelia.it
Marchisio – Ca’ Du Russ Via della Vittoria, 9 12050 Castellinaldo (CN) Tel. 324 5454838 www.tenutacaduruss.it – info@tenutacaduruss.it
Natale Simonetta (Cascina Baricchi)
Az. Vinicola Cascina Baricchi Via Trezzo Tinella, 15500 12050 Neviglie (CN) Tel. 0173 630141 – 348 7146 www.cascinabaricchi.com – cascinabaricchi@libero.it
Cascina I Carpini Strada Provinciale 105, 1 Pozzol Groppo (AL) Tel. 0131 800117 – 338 1357347 www.cascinacarpini.it – info@cascinaicarpini.it
Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle Località la Ruine – Chemin des Iles, 19 Morgex (AO) Tel. 0165 800331 www.caveduvinblanc.com – info@caveduvinblanc.com Queste cantine piemontesi sono oggetto di piacevoli racconti, in versione podcast, (cioè registrata) sulla web radio La Voce del Vino