A Megève per scoprire quell’art-de-vivre leggera come la neve: il sogno avverato dei Rothschild!

La famiglia Rothschild in uno scatto che ritrae i suoi componenti in abiti dell’epoca, quando lo sci era ancora agli albori. Sono stati artefici nel creare la stazione del Megève sulle Alpi francesi destinata ad avere un grande successo fin dai primi del Novecento. Un successo che continua tuttora. **(Courtesy of Archive Famille Rothschid)**

NG A Tutto Sci

by Dario Bragaglia

March10, 2023

*Fiabesca: la stazione di Megève appare all’improvviso nascosta da una selva di pini innevati da cui spuntano i tetti dei molti chalet ricoperti di neve.*

Una destinazione che dir famosa è dir poco, sospesa com’è fra tradizione, innovazione e mito, con i suoi chalet iconici che si affacciano sulla grande conca di fronte al Monte Bianco.

La leggenda è iniziata un secolo fa, negli anni venti del ‘900, quando la baronessa Noémie, la moglie di Maurice de Rothschild, stanca dell’atmosfera un po’ troppo germanofila di Saint-Moritz, decise di creare una stazione invernale sulle Alpi francesi che potesse rivaleggiare con le località svizzere più alla moda. « Faites-moi un chalet qui ressemble à une ferme du pays… » sembra sia stata la celebre frase di Noémie de Rothschild per ordinare all’architetto Henry-Jacques Le Même la sua casa per le vacanze.

Visionaria. La baronessa Noémie de Rothschild moglie di Maurice de Rothschild. Alla sua grande intraprendenza e visione si deve la stazione in stile rustic-chic francese di Megève, la risposta francese alle famose località svizzere.

Uno stile del tutto particolare, tra il rustico e lo chic aristocratico, che ha influenzato la storia dell’architettura alpina, ancora oggi pervasa da quell’inconfondibile ‘stile-Megève’.

All’hotel Au Coin du Feu hanno dedicato un intero piano a Henry-Jacques Le Même e Jean-Luc Freundorfer, nel suo ‘laboratorio-boutique’ Au Soli, è l’ultimo ebanista che continua a lavorare il legno e creare mobili seguendo lo stile dell’architetto-maestro dello stile alpino.

*Nel laboratorio dell’ebanista e scultore in legno Jean-Luc Freundorfer, emulo di Henry Jacques Le Même, l’architetto a cui Mme Rothschild commissionò la realizzazione del suo primo Chalet*.

Dai tempi della baronessa Noémie, il Domaine de Mont d’Arbois, in posizione panoramica sopra il villaggio, si è continuamente sviluppato, da semplice chalet familiare a resort di lusso destinato a ospitare inizialmente l’aristocrazia e i rappresentanti dell’alta finanza.

*Al Domaine de Mont d’Arbois. Vacanze sulla neve al top, anche per chi intende rilassarsi con un tuffo nella piscina riscaldata dopo una lunga giornata trascorsa sci ai piedi*.

Ogni generazione dei Rothschild che si è succeduta alla guida della proprietà – luogo simbolo del turismo a Megève – ha innovato in termini di comfort, di décor e di gastronomia. Allo spirito innovativo di Noémie e dei suoi discendenti si devono alcuni primati: il campo da golf, l’introduzione degli ascensori, l’altiporto. E anche oggi i diversi ristoranti del domaine valorizzano non solo i prodotti della Savoia, ma anche le produzioni delle altre proprietà della famiglia, come il Brie de Meaux fermier o i vini della tenuta Baron Edmond de Rothschild

Il Brie de Meaux collezione Heritage Rothschild, un must dei formaggi dal gusto cremoso.

*Il Domaine de Mont d’Arbois, splendente di luci, brilla sotto una coltre di neve, con la sua mole imponente. Non è un caso se è l’indirizzo prediletto di molti turisti a Megève.*

Il Domaine de Mont d’Arbois non è naturalmente l’unico indirizzo consigliato a Megève, una località dove si cerca di offrire il meglio alla clientela internazionale, con continue novità nel campo dell’hôtellerie, della ristorazione, dell’intrattenimento. Una panoramica di quanto c’è di nuovo sarebbe un elenco lunghissimo, ma siamo andati alla ricerca di qualche chicca. Un invito a visitare una delle perle del turismo montano ai piedi del Monte Bianco.

Hôtellerie

Lo Chalet du Skieur des Fermes de Marie

*Tra gli indirizzi ‘privé’ più ‘in’ di Megève…un mini-chalet con tre camere da letto, da condividere in famiglia o con una ristretta cerchia di amici.*

Un’architettura ispirata a Henri-Jacques le Même che, come detto, fu il primo architetto di cui si servì la baronessa de Rothschild. Ci si ritrova coccolati nell’atmosfera della Megève degli anni Trenta.

*Gli ospiti dello chalet possono accedere a tutto un insieme di servizi esclusivi offerti da **Les Fermes de Marie** come la sauna all’aperto.*

Lo chalet (140 metri quadrati) può ospitare fino a sei ospiti, in tre camere con tre bagni e sauna. Per tutti gli altri servizi al più alto livello (ristoranti, concierge, spa, boutique, ski shop) si può far riferimento a Les Fermes de Marie di cui lo chalet è una filiazione.

Mamie Megève

Aperto alla fine del 2021, questo residence rétro-chic (4 stelle) situato nel centro del villaggio è la soluzione ideale per chi vuol godere di una maggiore indipendenza rispetto all’hotel.

La scelta di dolci a colazione come all’ora del thè è impareggiabile e si avvale di una regia molto British attenta com’è ai dettagli della preparazione e del servizio a tavola.

Tutti i 60 appartamenti hanno un angolo cucina, ma in alternativa ci sono le navette private che ogni mezz’ora portano gli ospiti verso il ristorante Chez Jean (a 300 metri), la partenza degli impianti o in altri punti del paese.

*Nella sala da pranzo del Mamie Megève domina lo stile Cozy: paralumi colorati in pizzo e sgabelli ricoperti da pelliccia. Un mix-match che ricorda il fascino delle vacanze sulla neve negli anni 50*.

Negli spazi comuni si può fare colazione o placare una fame improvvisa durante il corso della giornata.

Gastronomia

*Tra le formule più gettonate, il rito della fonduta sulla neve in un luogo, insolito e panoramico.*

Con una novantina di ristoranti, di cui tre stellati Michelin, Megève è una delle località di montagna più interessanti sotto il profilo gastronomico, per merito della sua vocazione agricola che non è mai del tutto scomparsa, pur nell’evoluzione verso una moderna destinazione turistica. Ancora oggi ci sono una cinquantina fra aziende agricole e produttori in attività. Aline e Guillaume Maillet-Contoz in inverno allevano una quarantina di mucche da latte di razza Tarina e Abondance nella loro fattoria in zona Rochebrune. Nel negozio aperto al pubblico vendono il Reblochon fermier e l’Abondance (Les Alpagistes, 1683 route de Lady, Les Granges).

La Table de l’Alpaga

*Uno degli indirizzi più branché della stazione Megève. Assolutamente da non perdere le sue allettanti proposte di cui parlerete a lungo, di ritorno in città. Qui la cortesia è sempre al top!*

Alexandre Baule e Tess Evans-Mialet sono rispettivamente il nuovo chef e la nuova chef patissier del ristorante stellato che fa capo a L’Alpaga, chalet-rifugio nel più puro “stile Megève”. Se nella parte alberghiera sono le tavole dell’erbario di Gwenaëlle Grandjean, le foto seppiate di Gabriel Micheletti e i vecchi oggetti a creare l’atmosfera, al ristorante sarà il terroir con le sue foreste e i suoi laghi ad essere fonte di ispirazione dei piatti e a suggerire un percorso gastronomico indimenticabile.

*‘Five-O’Clock-Tea’: un rito che all’Alpaga è tornato a essere ‘à-la-page’ con teiere e tazze in porcellana finissima, tovaglie ricercate e una varietà di scones e dolcini molto British.*

Tess Evans-Mialet propone inoltre (su prenotazione) il “Five O’Clock Tea“, un omaggio alle sue origini anglosassoni: pausa golosa e corroborante a base di cioccolata viennese, tè o caffè grand cru, scones, assortimento di stuzzichini salati, brioche e pasticcini.

Cœur de Megève

*Alto palato. Bello prenotare un tavolo al Coeur de Megève, uno dei ristoranti più noti di tutta la località, grazie alla cucina di Christian Julliard, allievo di Alain Ducasse.*

Christian Julliard, dopo tre decenni trascorsi a fianco di Alain Ducasse, è il nuovo direttore e chef executive di Le Cœur, uno dei ristoranti più noti della località savoiarda. Essendo nato a Passy, nella regione del Monte Bianco, porta in tavola uno spirito risolutamente alpino seguendo il motto “Tradition, Évolution, Modernité”. Un viaggio gastronomico che si dipana da Genova alle Alpi del Sud, dalla Svizzera e alle valli austriache, accompagnato da buoni vini valdostani o piemontesi. Con prodotti tipici come il tartufo, il pescato del Mediterraneo o dei laghi alpini, i limoni di Mentone spesso protagonisti sulla tavola.

Per divertirsi…

Un’altalena XXL di fronte al Monte Bianco. All’arrivo della telecabina del Jaillet gli sciatori (ma anche i pedoni) possono salire su un’altalena gigante che viene issata fino a 16 metri di altezza, per poi lanciarsi in una elettrizzante avventura di fronte a un panorama da sogno.

… e una spruzzata di cultura

Quiete assoluta sulla neve…uno scatto che restituisce la magia dello sci ai primi del Novecento. Senza l’ombra di impianti di risalita e gatti delle nevi che avrebbero reso popolare lo sci. Una delle fotografie della mostra “Un certain Doisneau” sino al 7 maggio al Palais des Sports di Megève.

(Courtesy of Robert Doisneau)

Fino al 7 maggio al Palais des Sports si può visitare l’esposizione “Un certain Robert Doisneau” con più di 140 scatti in bianco e nero e a colori del celebre fotografo francese. Sono opere realizzate dall’inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Ottanta, con molte opere che hanno come soggetto le Alpi, Megève, il Tirolo e Chamonix. Una mostra arricchita da provini a contatto, materiale d’archivio, riviste e dalla fotocamera Rolleiflex utilizzata da Doisneau