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Helmut Newton, il ragazzo cattivo della fotografia al Torino Film Festival!

NG Events

By Dario Bragaglia

Turin, November 26, 2020

 

Helmut Newton, a cent’anni dallla nascita, un ‘biopic’, film biografico, ‘The bad and the beautiful‘ a cura di Gero von Boehm, celebra la sua arte di grande fotografo, in occasione del Torino Film Festival. Il video è ora disponibile in Dvd anche su Amazon.

Il documentario Helmut Newton: the bad and the beautiful era uno dei film più attesi della 38esima edizione del Torino Film Festival e non ha deluso le attese. Il regista Gero von Boehm, amico del fotografo morto nel 2004 a Los Angeles a seguito di un incidente automobilistico, racconta la vita e le opere di Newton affidandosi alle testimonianze di Charlotte Rampling, Isabella Rossellini, Claudia Schiffer, Grace Jones, Sylvia Gobbel, Hanna Schygulla e altre attrici e modelle immortalate dall’obbiettivo del fotografo tedesco. Lui stesso, assieme alla moglie June, è protagonista di molte parti del film con sequenze storiche e altre girate ad hoc, conferma che il documentario era in gestazione da molti anni.

In occasione della 38a edizione del TTF, Torino Film Festival, sino a sabato 28 novembre, la fotografia di Helmut Newton è servita ai ‘cinephiles’ in un film con Charlotte Rampling che ne ripercorre le tappe salienti della sua fulminante e ‘logorante’ carriera.

Helmut Newton per la prima volta, oltre che del suo lavoro, del rapporto con le donne, racconta il periodo dell’ infanzia e adolescenza vissute a Berlino. Nato nel 1920 – questo è dunque l’anno del centenario -fuggì dalla capitale tedesca nel 1938. Fece in tempo a vivere sia le atmosfere della Berlino “folle” della Repubblica di Weimar sia l’arrivo al potere del Nazionalsocialismo, lui che era di famiglia ebrea. Quasi inevitabilmente, qualcosa della cultura estetica di quegli anni – poi rimasticata e rielaborata con la vena di ironia che ha sempre contraddistinto questo bad boy della fotografia – ha lasciato tracce importanti nel suo lavoro. Newton non ha mai nascosto la sua ammirazione per Leni Riefenstahl, fotografa e regista del regime nazista, autrice di Olympia, il film sui giochi di Berlino del 1936. Hanna Schygulla racconta che “Leni Riefenstahl  era per Newton una maestra; lui fotografa le donne come Leni fotografava gli uomini.” E Isabella Rossellini osserva che “c’era qualcosa di potente, bellissimo, spaventoso e anche ripugnante” in quello stile. In Helmut “si vede la vena tedesca, si vede la ricerca della bellezza e della perfezione del corpo perseguita dall’estetica del regime.”

La locandina ‘floreale-techno-psichedelica’ della 38a edizione del TTF, Torino Film Festival.

Nel film è lo stesso Newton a guidare il regista nei luoghi della sua infanzia berlinese, dal parco dove giocava, alla spiaggia sui laghi dove venne cacciato perché troppo disinvolto con una ragazza.

Charlotte Rampling è esplicita nel raccontare i meriti e la sensibilità del fotografo nei confronti delle sue modelle, spesso giovanissime e sempre bellissime. Ritornando alle celebri foto scattate all’Hotel Nord Pinus ad Arles commenta: “lì c’era autentica bellezza, penso siano davvero le migliori fotografie che mi ritraggono.” Erano i primi nudi scattati da Helmut e anche i primi per Charlotte.

C’è poi la testimonianza di Anna Wintour. Con Vogue USA Newton ha lavorato a lungo producendo servizi che spesso provocavano polemiche: “voleva leggere le lettere di protesta dei lettori e più erano arrabbiate, più lui si divertiva.”

La sua risposta era: “sono un voyeur professionista, ma le persone che fotografo non mi interessano affatto. Non mi interessano le ragazze, la loro vita privata, il loro carattere. Ciò che mi interessa è l’estetica, ciò che vede la mia macchina fotografica.

Per tutta la vita gli è rimasto quel fondo da monellaccio berlinese, con una vena anarchica, anche quando si confrontava con il potere. Nelle parole di Isabella Rosselliniera molto più pericoloso, più ambiguo e inquietante rispetto a Richard Avedon o a Irving Penn.” Rimane definitiva la sua battuta:” per me, quando si parla di fotografia ci sono solo due brutte parole: una è arte, l’altra è buon gusto”.

Guarda il video: