home NG Primo Piano, NG Eventi Horst P. Horst: nel nome del Glamour!

Horst P. Horst: nel nome del Glamour!

Horst P. Horst. Muriel Maxwell – Ensemble by Sally Victor, Bag by Paul Flato, Sunglasses by Lugene, American Vogue, 1 July, 1939

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Events

by Dario Bragaglia

May 17, 2021

 

CAMERA prosegue a Torino l’opera di presentazione di grandi protagonisti della storia della fotografia. Dopo Carlo Mollino (2018) e Man Ray (2019) è la volta di una doppia esposizione dedicata a Lisette Model e Horst P. Horst (fino al 4 luglio). Vogliamo partire da quest’ultimo, intanto perché il titolo dedicato al percorso espositivo del fotografo di origine tedesca, “Style and Glamour”, ben si sposa con lo spazio che ospita queste righe e poi – più concretamente – perché si tratta di un artista geniale che, pur essendo stato un protagonista della fotografia di moda per decenni, è forse meno conosciuto dalle nuove generazioni.

Anonimo. Portrait of Horst, anni Cinquanta

Gli estremi cronologici della vita di Horst Paul Albert Bohrmann (Weißenfels, 1906 – Palm Beach, 1999), questo il vero nome del fotografo tedesco, prima che nel 1940 ottenendo la cittadinanza americana diventasse Horst P. Horst, ci permettono di inquadrare la sua formazione. Studi di design ad Amburgo,  frequentazione dei protagonisti del movimento Bauhaus, poi dopo il trasferimento a Parigi anche il passaggio nello studio di Le Corbusier. Le avanguardie, soprattutto il Surrealismo, fanno sentire la loro influenza negli ambienti artistici della capitale francese e Horst ne rimarrà per sempre segnato, fin da quando, nel 1931, comincia a lavorare in qualità di fotografo per Vogue che allora aveva come direttore artistico Cecil Beaton.

 

 

Horst P. Horst. Jewellery by Cartier, dress by Schiaparelli, modelled by Lud, 1935

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le foto delle prime due sezioni della mostra sintetizzano bene il percorso artistico del fotografo tedesco dal 1931 al 1939, con chiari rimandi al Surrealismo e alla scultura classica. I gioielli di Cartier abbinati ai vestiti di Schiaparelli indossati da Ludmila Leonidovna Feodoseyeva in arte Lud, una delle modelle russe emigrate a Parigi che andavano per la maggiore in quel periodo, in una foto del 1935. Coco Chanel ritratta nel 1937, un modello di Lanvin sempre nel 1937, gli abiti di Bergdorf Goodman indossati da Estrelle Boissevain nel 1938, i costumi di Salvador Dalì per il balletto di Leonid Massine del 1939. Chiude il decennio una delle immagini iconiche di Horst, il Corsetto di Detolle per Mainbocher del 1939.

L’esperienza del Surrealismo è ancora forte anche nel primo periodo americano, anche per via del ritrovato sodalizio oltre oceano con Dalì. Opere come Helen Bennett in Spider Dress (1939) e Lisa with turban (1949), ma soprattutto Hand, Hands e Barefoot Beauty (1941), rimandano chiaramente al retroterra culturale europeo.

 

 

Jean Patchett, bathing suit by Brigance (1951)

Il cambio di passo, spiazzante e folgorante per l’uso del colore, si ha nelle sezione Fashion in color (1939-1951) esposta nel corridoio di Camera. Si tratta di ingrandimenti di copertine realizzate per Vogue America. Queste riproduzioni, stampate direttamente dai negativi originali di Horst, sono state realizzate per la prima volta in occasione della grande mostra “Horst: Photographer of Style“, curata da Susanne Brown al Victoria&Albert Museum di Londra (2014- 2015). Come si legge nella presentazione della sezione, “spinto dall’entusiasmo verso le nuove opportunità di stampa, Horst sviluppa un immaginario nuovo, che segna uno scarto rispetto ai suoi lavori in bianco e nero. Lucide e patinate, queste fotografie sviluppano un ideale femminile molto in voga nell’America tra le due guerre: una donna alla moda, moderna, sportiva e pratica, come si può vedere nei ritratti a Muriel Maxwell del 1939 e del 1940. Dopo la Seconda guerra mondiale, inoltre, i canoni della moda in auge prima del conflitto furono sostituiti da prototipi differenti, caratterizzati prevalentemente da un busto pieno e una vita stretta sopra le gonne lunghe e ampie, visibili in opere come Suit and headdress by Schiaparelli (1947), Jean Patchett, bathing suit by Brigance (1951) e Dress by Mollie Parnis, Background by Marcel Vertes (1951). Anche in questa serie, naturalismo, classicismo e influenze artistiche sono una costante.”

 

 

Horst P. Horst. Donna Marella Agnelli, 1967

A partire dai primi anni Sessanta la nuova direttrice di Vogue America, Diana Vreeland commissiona a Horst una serie di servizi su case e giardini di artisti e protagonisti del jet set internazionale. E così, in una delle ultime sezioni della mostra, vengono esposte alcune foto realizzate nell’abitazione romana di Cy Twombly e la bellissima serie di scatti realizzati a Villar Perosa, con protagonista la padrona di casa, un’elegantissima Marella Agnelli.

Horst P. Horst. Andy Warhol in his “Factory”, NYC, 1983

Completano la mostra, le immagini tratte dalla serie “Round the clock”, New York, 1987 che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che anche nei lavori più tardi, fra opere note e inediti, Horst mantiene fino all’ultimo quel talento e visionarietà che ne hanno fatto un protagonista importante della fotografia del XX secolo.

Le altre mostre di Camera:

LISETTE MODEL. Street Life  La mostra dedicata a Lisette Model (Vienna, 1901 – New York, 1983), a cura di Monica Poggi, fino al 4 luglio, è la prima antologica realizzata in Italia. Con una selezione di oltre 130 fotografie, l’esposizione ripercorre la carriera dell’artista sottolineandone l’importanza avuta negli sviluppi della fotografia degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Il suo nome è spesso associato al periodo di insegnamento, durante il quale ha avuto come allievi diversi autori che sarebbero poi diventati a loro volta fotografi fra i più celebri del Novecento, come Diane Arbus e Larry Fink.

 

ROBERTO GABETTI FOTOGRAFO, a cura di Sisto Giriodi , Project Room fino al 23 maggio. La mostra è un omaggio all’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925- 2000), universalmente conosciuto per il suo lavoro di architetto, a vent’anni dalla sua scomparsa.

 

Centro Italiano per la Fotografia

via delle Rosine 18 – 10123 Torino
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