NG Wine
by Dario Bragaglia
November 15, 2021
La Svizzera nuova destinazione enoturistica? Certo, può sembrare una ’boutade’, nel Belpaese che, quanto a ricchezza di vini e vitigni autoctoni, ha pochi rivali nel mondo. Eppure, al di là delle Alpi, la Confederazione offre agli appassionati un panorama vitivinicolo di tutto rispetto, dove c’è ancora molto da scoprire (e da dire), soprattutto per i non addetti ai lavori.
Il fatto è che gli Svizzeri il loro vino (e non solo) se lo bevono entro i confini nazionali. La bottiglia in tavola, in famiglia o al ristorante, fa parte della convivialità, tanto che gli elvetici sono ben posizionati (4° posto) nella classifica per il consumo pro-capite di vino: 33 litri per abitante.
Dei 148 milioni di bottiglie prodotte, solo l’1,5% è destinato all’esportazione. In buona sostanza, non è così semplice trovare sul mercato ‘extra-muros’ una bottiglia di vino Ticinese o Vallesano, del Lavaux (come quello del podere Cave de Moratel sullle rive dell’idilliaco lago di Ginevra) e la Côte, quella zona che si protende sul Lac Léman fra Losanna e Ginevra; ancor meno in un’enoteca italiana o sulla carta dei vini di un ristorante.
D’obbligo allora una puntata oltre confine per degustare direttamente sul posto. E anche in questo settore gli Svizzeri fanno… gli Svizzeri. Nel senso che c’è una bella organizzazione per quel che riguarda le escursioni nei vigneti, le visite in cantina, le pedalate a tema, i soggiorni in hotel fra le vigne o i pranzi nelle guérites, costruzioni in pietra anticamente utilizzate dai vignerons del Vallese per trascorrere la notte e come deposito di materiali. Personalmente mi è capitato di stappare ottime bottiglie da sud a nord, dal Ticino al Canton Thurgau che affaccia sul Lago di Costanza; da est a ovest, ovvero da San Gallo a Neuchâtel. Tutte zone con una loro tradizione enologica più che rispettabile. In Ticino ricordo una visita alla cantina della Fattoria Moncucchetto, realizzata nel 2009 dall’architetto svizzero Mario Botta per Lisetta e Niccolò Lucchini che qui producono il loro celebre Merlot, non a caso simbolo enologico del Cantone di lingua italiana.
Mentre molto più a nord la Kartause Ittingen, è un luogo affascinante da visitare con le vigne che circondano l’antica certosa. E anche nella regione attorno a Zurigo – di cui tutto si può immaginare tranne di abbinarla a del buon vino – ebbene anche qui esiste una produzione ristretta di bottiglie interessanti. Una l’ho aperta al Café Odeon il locale frequentato da Lenin durante il suo esilio elvetico. Volendo aggiungere qualche curiosità si potrebbe raccontare che in Svizzera si trova il vigneto più piccolo del mondo, tre sole viti per 1,6 metri quadrati a Saillon nel Vallese. La proprietà? Del Dalai Lama. Oppure i vigneti di Visperterminen che, nella valle del Cervino, si contendono con quelli valdostani il record della maggiore altitudine di coltivazione. Siamo comunque a oltre 1.100 metri sul livello del mare e la vista è sui ghiacciai dei numerosi Quattromila vallesani. Per dire, quanti spunti di carattere storico, culturale e paesaggistico può offrire un viaggio a tema enologico in Svizzera.
Il mio suggerimento per un primo approccio al vino e al paesaggio vitivinicolo svizzero è salire su uno dei diversi treni giornalieri che collegano Milano a Ginevra. Da Briga, scendendo nella valle del Rodano, si attraverseranno i vigneti dei tre cantoni che da soli rappresentano circa i tre quarti della produzione vinicola svizzera: Vallese, Vaud e Ginevra.
Il viaggio offre scorci paesaggistici molto belli: i terrazzamenti e i vigneti quasi verticali del Vallese, le vedute del Lago di Ginevra con le sponde via via più coltivate a vite quando il treno da Montreux e Vevey si spinge verso Losanna. Negli ultimi chilometri prima di arrivare nel capoluogo del Vaud si attraversano i meravigliosi paesaggi vitati del Lavaux, ancora più belli in autunno con l’ingiallire delle foglie, che non a caso dal 2007 sono diventati patrimonio mondiale dell’Unesco. Dopo Losanna proseguendo lungo la Côte verso Ginevra le pendenze si fanno meno accentuate, ma il microclima favorevole alla vite è garantito dalla presenza, a nord, delle alture del Giura che proteggono la zona dai venti più freddi. E il lago, con il suo riverbero e il rilascio di calore durante la notte, fa il resto.
L’appuntamento di rito per scoprire il vino e i vigneti svizzeri è in pieno autunno quando Swiss Wine, l’ente nazionale di promozione dei vini svizzeri, organizza ‘Cantine aperte nel periodo dell’Avvento‘ –da domenica 28 novembre a venerdì 24 dicembre-. Sulla scia del successo riscontrato dalla Giornata Nazionale della Vendemmia (lo scorso 3 ottobre) un’iniziativa che ha esordito tre anni fa grazie al contributo di Vins du Valais e che già alla seconda edizione aveva raccolto l’adesione positiva degli appassionati; una giornata singolare, trascorsa “nel cuore della vendemmia” che consente un’esperienza immersiva, ovvero di raccogliere l’uva con i viticoltori e di pranzare assieme – e che ora è proposta su tutto il territorio federale.
La destinazione finale del nostro treno, Ginevra, con una superficie vitata di 1.410 ettari è la terza regione vitivinicola della Svizzera. E’ il regno dello Chasselas, il vitigno a bacca bianca più emblematico della Confederazione, anche se – sul terreno dei bianchi –i vitigni internazionali come lo Chardonnay stanno riscuotendo grandi successi. Tra i rossi, il Gamay è il vitigno decisamente più coltivato fra Martigny e Saillon, ma anche in questo caso il suo predominio è insidiato dai buoni vini che si ricavano dalle uve Pinot Noir. Insomma, un territorio – su entrambe le rive del lago – tutto da scoprire e da sorseggiare!